Sono dannatamente affascinato ed attratto dall’inferno umano ed ho potuto vivere e fotografarlo in molte occasioni. Io dietro la mia macchina fotografica e loro dietro le sbarre di un carcere, o in una piantagione di canna da zucchero. Io la sera nel mio letto caldo e profumato e loro in 20 dentro una cella sporca e infetta. Io nato in Italia e loro in paesi poveri. Entrare nell’inferno mi serve, mi aiuta, ne ho bisogno, lo cerco, trovo sempre il modo per entrarci. E quando sono dentro con un 50mm impostato a f/4 cerco di catturare sguardi di fantasmi che dopo il click scompaiono nel buio del silenzio.