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Stefano manduzio

Fotografo & Videomaker

E’ da un po’ di tempo che incrocio Thomas per strada. Facciamo brevemente due chiacchiere poi ognuno per la sua strada. E’ proprio in quei brevi momenti che lo guardo con attenzione e decido di proporgli di posare per un ritratto. Bene. Prossima volta glielo chiedo. E così è andata. Ci ribecchiamo dopo un paio di giorni anche perchè viviamo vicino. Mentre parliamo scopro che ha un occhio verde ed uno celeste come David Bowie. Si offre subito disponibile e gli lascio il mio numero di telefono.

 

Mi chiama il giorno dopo. Lo invito a casa mia… ma mi raccomando…porta il cappello verde Borsalino!

Si dimostra immediatamete una persona simpatica e davvero disponibile. Mentre chiacchieriamo un po’ e prendiamo confidenza monto il soft box da 120 cm e un altro da 75 cm ai quali colloco i Godox V1N. Faccio un test luce senza usare l’esposimetro esterno Minolta IV F. Vado a occhio anche perchè ormai conosco abbastanza bene questi meravigliosi flash della Godox.

Imposto il 75 cm come luce principale e lo faccio cadere dall’alto come nei quadri di Caravaggio e il 120 cm laterale per dare una rischiarata alle ombre. Io amo Caravaggio e mi ispiro a lui. Questa è la base dei miei set. Iniziamo con lo sfondo bianco poi dopo scatteremo altre foto con quello nero. In tutti e due i casi c’è un terzo flash nascosto dietro Thomas che rischiara lo sfondo.

Succede quasi sempre così: all’inizio si prende confidenza poi dopo si crea quella sinergia fotografo-modello e tutto diventa naturale, istintivo, umano, amichevole, intimo. E’ il potere della fotografia.

Cerco la mia luce caravaggesca. Sostituisco successivamente il soft box da 75 cm con un riduttore per creare un sottile raggio di luce. Riduco la potenza del 120 cm a 1/64 di potenza e diventa quasi impercettibile. E in questa bolla di luce guardo e osservo Thomas.

Mi domando quanto sono fortunato a trovarmi di fronte a queste opportunità di osservare e studiare la gente. In silenzio, umilmente senza dire nulla. Ma il vero appuntamento, dopo, è al computer dove posso arrivare oltre i pori della pelle.

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